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Multinazionali & Co

Aggiornamento: 26 ott 2020

Una multinazionale è più vicina al totalitarismo di qualunque altra istituzione umana (Noam Chomsky)




C’era una volta IG-Farben, un’azienda tedesca di tinture e colori, che nel 1925 divenne una multinazionale produttrice di armi di distruzione di massa.

Nata come un conglomerato di industrie gravitanti nell’orbita della chimica – le più note, Bayer, Agfa, BASF, Hoechst –, IG-Farben fu la “risposta” della Germania alla sconfitta nel primo conflitto mondiale.


Al termine della prima guerra mondiale Alla Germania, riconosciuta come maggiore responsabile del conflitto, nel corso della Conferenza internazionale per le riparazioni di guerra che si tenne a Parigi nel 1924, vennero assegnati costi di guerra e danni civili per un ammontare di circa 31 miliardi di dollari. Perché riuscisse a far fronte al suo debito, nel 1924 fu ideato il Piano Dawes che prevedeva la rivalutazione del marco e la possibilità di ricevere prestiti internazionali. Ciò permise alle banche e alle aziende statunitensi di prestare denaro al paese, il quale fu in grado di risarcire i danni a Regno Unito, Francia e Italia, che, a loro volta, poterono sdebitarsi con gli Stati Uniti. Nel 1929 venne approvato il piano Young che prevedeva il pagamento rateale dei risarcimenti tedeschi per i successivi 58 anni e che fece registrare una buona ripresa per l’economia europea. L’America delle banche e delle multinazionali e i suoi interessi nascosti iniziarono ad uscire allo scoperto. In questo quadro, con il sostegno dell’elite finanziaria e industriale del tempo, compreso Wall Street, IG-Farben divenne la più grande industria chimico-farmaceutica del mondo. Un’azienda che ebbe un ruolo decisivo nell’ascesa del Nazismo.


Il secondo conflitto mondiale A spese dei deportati utilizzati come cavie, la compagnia mise a punto alcune importanti conquiste scientifiche. IG-Farben dovette la sua fortuna soprattutto ai brevetti che deteneva: quello del Zylikon B, sviluppato negli anni venti nei laboratori Bayer come insetticida (in seguito utilizzato nei lager), dell’aspirina, del metadone, dei composti sulfamidici alla atebrina, della novocaina, e di alcuni antibiotici e vaccini. Vari scienziati che lavorarono per la compagnia furono insigniti del premio Nobel per le loro scoperte, e ancora oggi taluni prodotti brevettati all’epoca sono di ampio utilizzo. Nel 1941 IG-Farben costruì ad Auschwitz la più grande industria chimica dell'epoca, utilizzando i deportati del vicino campo di sterminio come manodopera e come cavie per gli esperimenti più disparati.

Il processo di Norimberga. Per la gravità dei crimini di guerra e le atrocità che commise nel corso della secondo conflitto mondiale, gli “alleati” fecero chiudere IG-Farben e ne confiscarono i beni. Nel 1951 la compagnia fu smembrata nelle aziende che furono le componenti originali: Agfa (divenuta in seguito filiale Bayer), BASF e Bayer, mentre Hoechst si fuse con la francese Rhône-Poulenc diventando Sanofi Aventis.

Dopo la fine del conflitto, venne istituito il Processo di Norimberga a carico dei principali criminali di guerra, di IG-Farben e dei dottori che presero parte alle atrocità.


Il Processo ai Dottori iniziò nel dicembre del 1946 e si concluse nell’agosto del 1947, con la condanna a morte di sette imputati (su un totale di 23), sette assoluzioni e condanne a pene detentive più o meno lunghe per i restanti. Vennero processati medici e amministratori accusati di aver preso parte ai crimini di guerra e contro l’umanità attraverso esperimenti su esseri umani. Tra i principali, si ricordano esperimenti di eugenetica, test sulla resistenza alle altitudini e al freddo, sulla malaria, sulla rigenerazione di ossa, muscoli e nervi, sull’itterizia, sulla sterilizzazione, sui veleni, sul tifo, sulla tubercolosi, sugli effetti dei gas, … Tutte pratiche che costarono dolori immani a chi li subì, avvelenato, menomato, sterilizzato, infettato, assiderato, tagliato, mai ricucito, assassinato più o meno lentamente.

Va detto che alcuni medici furono forzati a lavorare nei laboratori di IG-Farben, mentre altri vi parteciparono scientemente pur negando in seguito di averlo fatto.

L’America diede vita, per mezzo della CIA, all’operazione segreta Paperclip, in virtù della quale alcuni di questi dottori non furono nemmeno processati bensì reclutati nei laboratori “alleati”. In totale, furono più di 1500 gli scienziati tedeschi ad essere esportati negli Stati Uniti. Una parte di questi era membro del Partito Nazista.


Bayer Una delle aziende che fu parte di IG-Farben, ovvero Bayer, negli ultimi anni è stata più volte sotto i riflettori, ma non sempre per attestazioni di merito. Bayer nasce nel 1863, oggi è una delle case farmaceutiche più grandi al mondo, con un fatturato annuo che supera, negli ultimi bilanci, tre decine di nove zeri. Quotata nelle principali Borse del mondo, opera sul mercato internazionale con oltre 300 aziende situate in 78 paesi e impiega più di 115.000 dipendenti. Tra i prodotti di spicco scoperti dalla compagnia ci sono aspirina, eroina, Prontosil, Iprite (un’arma chimica), Tabun (un gas nervino), poliuretani, policarbonato, Ciproflaxacina (un antibiotico), Vardenafil (un farmaco per la disfunzione erettile), ... Insomma è un’azienda che si “occupa” di salute da più di 150 anni.


Sempre più grandi! Nel 2002 Bayer acquisisce il ramo agricolo della società Aventis, specializzata in agrochimica e sementi geneticamente modificate. Nel 2003 diventa una holding ramificata in sei settori: Bayer CropScience (agricoltura), Bayer HealthCare (farmaceutica), Bayer MaterialScience (tecnologia dei materiali), Bayer Business Services (IT, supporto tecnico), Bayer Technology Services (soluzioni per aziende chimiche e farmaceutiche), Currenta (gestione rifiuti). Nel 2004 separa le proprie attività di chimica nella società Lanxess. Nel 2006 si fonde con Schiering AG. Nel 2012 acquisisce Schift, azienda produttrice di integratori vitaminici. Nel 2013 Algeta e nel 2014 Dihon, quest’ultima specializzata nella medicina tradizionale cinese. Lo stesso anno acquista le attività di medicinali in libera vendita della società Merck & Co. Nel 2016 lancia un’offerta di acquisizione della società Monsanto, che viene poi accettata in seguito a un aumento del prezzo e perfezionata nel 2018.


Niente da dire sul fatto che questi “ragazzi” abbiano il fiuto per gli affari. Di contro subiscono una legislazione sfavorevole per quanto riguarda i brevetti, in particolare da parte dei governi dei paesi del terzo mondo che sostengono le aziende locali per lo sviluppo dei farmaci generici e, a quanto pare, una serie di “ingiustizie”. Vediamone alcune.


Piccole e grandi magagne Tra gli anni ’80 e ’90, l’azienda si vede coinvolta nello scandalo del sangue infetto (impropriamente denominato, poiché si trattava di emoderivati ovvero specialità medicinali costituite da plasma). Un’inchiesta de L’Espresso pubblicata nel 2016 evidenzia la corrispondenza e i carteggi, avvenuti negli anni Ottanta, delle case farmaceutiche americane Baxter, Bayer, Aventis Behring e Alpha. Il plasma proviene da donatori mercenari a rischio: tossicodipendenti e carcerati di Arkansas, Louisiana, Alabama e paesi del Terzo Mondo. Ci sono gli annunci per la raccolta pubblicati su riviste per omosessuali e i documenti sullo smaltimento dei lotti. Risultato dell’operazione: migliaia di persone nel mondo vengono infettate con i virus dell’HIV e dell’epatite C. Fatto a dir poco sconvolgente, le aziende continuano la vendita degli emoderivati anche dopo che lo scandalo viene reso pubblico, corrompendo politici e personale sanitario di mezzo mondo. In Italia vengono indagate per il reato di epidemia colposa varie figure istituzionali, compreso il Ministro della Sanità Duilio Poggiolini. Nel nostro paese le vittime sono circa 120.000, di cui circa 4500 decedute. Le richieste di risarcimento al Ministero della Salute italiano in parte non vengono accolte. Poggiolini – soprannominato “il mostro della malasanità” –, già condannato per corruzione durante le inchieste di Tangentopoli, dopo un processo durato 23 anni, viene assolto per il reato di omicidio plurimo colposo.


Bayer è in prima linea anche sui test farmaceutici nei paesi in via di sviluppo. Ma non sempre in modo etico. Un esempio passato alla cronaca internazionale è quello delle sperimentazioni svoltesi in India, dove povertà, analfabetismo e disperazione hanno fatto sì che l’azienda sia stata in grado di reclutare facilmente soggetti da risarcire con cifre irrisorie in caso di morte. Almeno fino all’intervento del Ministero della Sanità indiano, che nemmeno le mazzette hanno potuto zittire. Di analoghe attività di reclutamento di cavie umane ci sono tracce anche in Colombia, Pakistan, Moldova, Filippine e Cina. Paesi poveri nei quali la dichiarazione di consenso informato in molti casi è firmata da terzi: la cavia non sa né leggere né scrivere, e spesso non è conscia dei pericoli ai quali viene esposta.


Ne Il libro nero dei marchi commerciali, pubblicato nel 2001, i giornalisti austriaci Klaus Werner e Hans Weiss accusano H.C. Starck, una sussidiaria di Bayer, di aver finanziato indirettamente la guerra civile nella Repubblica Democratica del Congo.


Lo stesso anno, il Ministro della Sanità tedesco afferma che Bayer non ha diffuso i dati di un rapporto allarmante sugli effetti del Lipobay (un farmaco anti colesterolo) in possesso del gruppo già da tempo.


Nel 2005 piovono accuse anche dal Sudafrica: l'amministrazione di Durban trova particelle di cromo altamente nocive in una falda acquifera. La componente cancerogena proviene dallo stabilimento chimico di Bayer dove si produce cromo.


Nel 2006 arriva un’altra “grana”: questa volta il gruppo entra in conflitto con gli apicoltori di Francia e Nuova Scozia per un pesticida il cui uso viene poi temporaneamente sospeso in Francia.


Si salvi chi può! Oggi – insieme alla conglobata Monsanto, Syngenta, DuPont e Cargill –, Bayer gestisce il monopolio di semi OGM e pesticidi. Mais, frumento, riso, orzo, soia, cotone, barbabietola da zucchero, rape, patate, tabacco, pomodori, uva: la lista delle piante transgeniche di cui Bayer CropScience detiene il brevetto è lunga. La multinazionale ha brevettato anche alberi geneticamente modificati come pioppi, pini ed eucalipti. Di recente Bayer e Monsanto stanno cercando di creare un monopolio sui semi di marijuana OGM nello stesso modo in cui hanno creato il monopolio su mais e soia. Grazie alla loro immensa capacità finanziaria potrebbero arrivare a controllare la cannabis sia a livello medico/terapeutico che per uso ricreativo. Quanto ai pesticidi, Bayer commercializza Roundup (ovvero il glifosato), Dicamba e Nemacur – quest’ultimo, spruzzato sulle piantagioni di banane Del Monte e Chiquita nelle Isole Filippine, mette a serio rischio di avvelenamento gli abitanti della zona, soprattutto i bambini che spesso nascono malati e menomati. Riguardo ai danni da glifosato, non si può dire che non ci siano; negli Stati Uniti, Monsanto è stata condannata a risarcire milioni di dollari a quattro persone che hanno contratto una patologia tumorale dopo averlo utilizzato per anni. Secondo la Cnbc, in America ci sono circa 13.400 cause in corso contro Bayer. Uno studio recente realizzato dall’Istituto Ramazzini di Bologna, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Bologna, l’Ospedale San Martino di Genova, l’Università di Copenhagen, l’Università Federale del Paranà, la Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York e la George Washington University, ha evidenziato la tossicità del glifosato; di contro EFSA, OMS e FAO hanno espresso giudizi più rassicuranti, pur prevedendo misure di cautela come la valutazione dei residui del fitofarmaco nei cibi e il divieto di utilizzarlo in aeree densamente popolate. Nel 2017 in Europa l’uso del glifosato è stato approvato (spinto fortemente dalla Germania) per un lasso di tempo di cinque anni, al termine del quale, dopo opportune valutazioni, ne sarà riconfermato o vietato l’utilizzo. Negli Stati Uniti il 90% delle piantagioni di cotone sono OGM e trattate con glifosato. Se si pensa che il cotone viene utilizzato su ferite aperte, impiegato per assorbenti interni e quant’altro, la situazione non è delle più rosee: i pesticidi danneggiano il nostro DNA e predispongono a una serie di patologie poco simpatiche. Il modo per evitarne l’impiego ci sarebbe, ma non conviene certo a chi li produce. Uno studio pubblicato da National Geographic evidenzia che le sperimentazioni in merito, effettuate in Inghilterra e Svizzera, hanno prodotto risultati concreti: invece dei pesticidi, si possono utilizzare alcune piante come coriandolo, fiordaliso, grano saraceno, papavero e aneto. Secondo le stime dell’OMS (la stessa organizzazione che ha espresso pareri rassicuranti in merito al glifosato), complessivamente nel mondo si registrano oltre 26 milioni di casi di avvelenamento da pesticidi all’anno e più di 200 mila decessi, senza contare le perdite tra animali e vegetali, e la contaminazione di falde acquifere e risorse idriche.


Concludendo… E’ ormai assodato che il monopolio delle multinazionali metta a rischio la libertà di scelta dei consumatori e gli standard di qualità e sicurezza alimentare, la biodiversità nonché la sovranità alimentare dei singoli paesi (o meglio ciò che ne è rimasto). Ci si dovrebbe chiedere se chi realizza profitto con i pesticidi possa avere a cuore la salute delle persone, e altresì se non fosse il caso di ribaltare il modello economico che permette tutto ciò, a meno che i nostri governi vogliano darci in pasto alle multinazionali – il fatto che, oggi, uno dei pochi settori ancora capaci di attrarre investimenti sia proprio quello della farmaceutica è poco rassicurante.


Gli esseri umani non riescono a essere buoni per molto tempo, senza che il male si insinui di nuovo tra loro e li riavveleni. (Veronica Roth)


I mostri che aveva partorito il nazismo si sono mai estinti?





Bibliografia


Posner Patricia, La farmacia di Auschwitz, New Compton, Roma, 2017



Sitografia

http://freeanimals-freeanimals.blogspot.com/2016/10/cavie-umane-torturate-dalla-bayer.html?m=1


https://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2018-07-10/nel-1978-via-libera-brevetti-ora-farmaco-italiano-e-leader-195243.shtml?uuid=AEAkqyJF


http://www.storiaxxisecolo.it/deportazione/deportazioneintro.htm


https://www.ilpost.it/2019/03/26/duilio-poggiolini-assolto-emoderivati/


https://www.greenstyle.it/pesticidi-onu-denuncia-responsabili-per-duecentomila-morti-ogni-anno-217586.html


https://www.strategia-borsa.it/azioni-bayer.html


http://espresso.repubblica.it/inchieste/2016/12/26/news/quella-vergogna-del-sangue-infetto-1.292176


http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2018/02/26/news/fiori_nei_campi_anziche_pesticidi_nuovi_studi_confermano_l_efficacia-3874374/


https://www.agrifoodtoday.it/ambiente-clima/inquinamento-agricoltura-insostenibile.html


https://ilsalvagente.it/2019/03/12/glifosato-nuovo-studio-ramazzini-danni-allo-sviluppo-anche-a-dosi-basse/


https://www.ilpost.it/2019/03/28/monsanto-risarcimento-roundup/


https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/14/glifosato-bayer-condannata-diserbante-roundup-e-la-terza-volta-due-miliardi-a-una-coppia-che-ha-contratto-il-cancro/5177478/

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