Pfizer & Co nella corsa al vaccino anti-Covid
Un farmaco è uno strumento per la tutela della salute, un bene terapeutico e sociale.
Ogni farmaco comporta un rischio e un beneficio, e questo vale tanto per l’aspirina quanto per i vaccini – i quali è innegabile che nel mondo abbiano salvato milioni di vite.
Che siano giusti o meno gli obblighi vaccinali, che si debba o meno correre a farsi inoculare il vaccino anti-Covid non appena sarà approvato, non è discussione del presente articolo. Ciò che viene illustrato, invece, è un breve excursus su un’azienda farmaceutica, in questi giorni particolarmente alla ribalta, che immetterà in commercio un vaccino molto atteso, unitamente a qualche indicazione sul suo funzionamento. Ogni informazione riportata può essere approfondita nella sitografia in calce all’articolo.
C’era una volta Pfizer Pfizer sviluppa, produce e commercializza vaccini e farmaci da più di 150 anni, collaborando con operatori sanitari, istituzioni accademiche e governi. E’ considerata una delle più grandi biofarma del mondo, con un fatturato di quasi 53 miliardi di dollari (dato del 2016). È presente in 160 Paesi con oltre 96.000 dipendenti, ha sede a New York, e opera in Italia dal 1955. L’azienda è nota soprattutto per alcuni dei suoi prodotti, come Xanax, Viagra, Advil, … e per la produzione di massa di penicillina.
A testimonianza del lavoro di ricerca e sviluppo di farmaci innovativi, nel 1999 viene nominata Compagnia dell’anno dalla rivista Forbes. Nel 2018, invece, è eletta dal Reputation Institute la peggior azienda farmaceutica al mondo secondo i consumatori. Perché? Perché ha affrontato migliaia di cause legali per vendite irregolari e lesioni alla persona, ritrovandosi a dover risarcire nel 2009 una delle somme più elevate nella storia della farmaceutica ovvero oltre 2,3 miliardi di dollari per frode sanitaria relativa a diversi farmaci - farmaci suggeriti dalla company per usi non approvati.
A seguire un breve excursus.
All’inizio degli anni ’90, dopo la morte di circa 500 persone dovuta a valvole cardiache difettose, il governo americano condanna Pfizer a un risarcimento di 200 milioni di dollari.
Nel 1996 la compagnia, durante la fase di sperimentazione pediatrica di un antibiotico per la meningite, aderisce al programma dell’OMS per sconfiggere un’epidemia in Nigeria. Propone un farmaco ma su alcuni pazienti ne usa un altro, quello che sta sperimentando, il Trovan. Muoiono 11 bambini e altri restano ciechi, sordi, paralizzati o riportano danni celebrali. Pfizer viene accusata dal Governo nigeriano, accetta di risarcire i famigliari delle vittime e paga 75 milioni di dollari per chiudere ogni azione penale e civile. Il caso viene portato a conoscenza dell’opinione pubblica mondiale da un’inchiesta pubblicata sul Washington Post.
Nel 2007, insieme alle sue controllate, paga 34,7 milioni di dollari per marketing illegale del Genotropin – approvato dalla FDA per trattare con l’ormone della crescita bambini e adulti che ne abbiano necessità, e non come farmaco anti-invecchiamento come invece propone la company.
Il 2010 è un anno decisamente problematico. Pfizer è condannata a rimborsare 400.000 dollari alla famiglia di Hartley Shearer – paziente suicida che utilizzava il Neurotin, perché la compagnia omette di comunicare a medici e pazienti che il farmaco induce al suicidio. Lo stesso anno Pfizer sospende un antileucemico (il Mylotarg) su richiesta della FDA poiché inefficace. In seguito scoppia il caso Edronax – farmaco riesaminato da un istituto indipendente tedesco, il quale evidenzia quando siano sottovalutati dall’azienda produttrice i rischi derivanti dall’assunzione. Poi è la volta del British Medical Journal (considerato la Bibbia della scienza) che accusa Pfizer di alterare l’integrità delle ricerche, e di Reuteurs che rende noto, invece, che la company ha pagato oltre 17.000 medici per incoraggiare l’uso dei suoi prodotti.
Anche il 2012 non è un buon anno. Pfizer paga una sanzione di 55 milioni di dollari per aver promosso illegalmente il Protonix, tramite la Wuyett LLC – sua acquisita. Lo stesso anno sborsa circa 1 miliardo di dollari per gli effetti cancerogeni del Pempro (farmaco prescritto per trattare i sintomi della menopausa). Poi finisce sotto inchiesta per casi di corruzione nei confronti di funzionari di varie filiali in Serbia, Croazia, Bulgaria, Italia, Repubblica Ceca, Russia, Kazakistan, e, come al solito, accetta di pagare una sanzione a molti zeri.
Nel 2013 sono 288 i milioni che sborsa a titolo di risarcimento per gli effetti collaterali dello Chantix (farmaco utilizzato per trattare la dipendenza da nicotina, che causa disturbi psichiatrici). Lo stesso anno la procura di Milano chiude le indagini per bancarotta fraudolenta del ramo Pfizer Italia.
Le vicende dell’azienda non finiscono qua, anzi sono piuttosto numerose, ma per ragioni di spazio non mi dilungo oltre. E’ evidente che per Pfizer sanzioni e risarcimenti non rappresentino un grande deterrente. Sarebbe confortante pensare che le altre aziende farmaceutiche agiscano in modo differente, ma, facendo una breve e superficiale ricerca, qualche scheletro nell’armadio si trova. AstraZeneca, solo per fare un esempio, nel 2005 paga una sanzione di 60 milioni di dollari per l’utilizzo illecito di brevetti, nel 2010 520 milioni di dollari per promozione illegale e nel 2013 è indagata dalla procura di Milano per bancarotta fraudolenta (insieme a Pfizer).
Vaccino anti-Covid L’11 novembre Pfizer annuncia di aver trovato un vaccino anti- Covid, insieme alla tedesca BioNTech (quest’ultima finanziata dal governo di Berlino e dalla Banca europea per gli investimenti).
Il giorno dell’annuncio, l’amministratore delegato di Pfizer vende azioni della compagnia per 5,56 milioni di dollari ovvero il 62% del suo portafoglio personale. La manovra non passa inosservata e l’azienda si affretta a comunicare alla stampa che la vendita era stata decisa dall’AD qualche mese prima. La domanda sorge spontanea: perché vendere azioni quando, dopo la commercializzazione di un vaccino nel quale la compagnia crede così tanto e per la quale ha ricevuto numerosissime richieste, varranno molto di più? Non certo per pagare le bollette della luce.
L’11 novembre, la percentuale di efficacia del vaccino Pfizer è del 90%. Dopo pochi giorni balza al 95%, quando la concorrente Moderna (Stati Uniti) mette sul piatto un bel 94,1% (che arriva al 100% per i casi più gravi; secondo l’azienda il vaccino sarebbe in grado non solo di prevenire la malattia ma anche di renderla meno severa). L’altro competitor farmaceutico è AstraZeneca (Oxford con l'italiana IRBM), il cui misterioso sbaglio nel dosaggio in fase di sperimentazione avrebbe permesso di raggiungere un’efficacia del 90%. Seguono altre aziende – Sanofi, Johnson&Johnson e Novavax – che pare abbiano trovato un loro spazio sul mercato.
Comunque sia le percentuali di efficacia vanno oltre le aspettative, considerando che i vaccini antinfluenzali ne vantano una media intorno al 60/65%. Tuttavia un editoriale del British Medical Journal sottolinea che, in base alle scarse informazioni a disposizione, non è possibile stabilire se il vaccino prevenga l’infezione da Covid o prevenga solo l’insorgenza di forme gravi. In quest’ultimo caso, non sarebbe in grado di bloccare la diffusione del virus. Un’altra informazione che manca è quanto durerà l’immunità che conferisce. Inoltre gli effetti collaterali, come da comunicato di Moderna e Pfizer, sarebbero di grado 3. Il grado 3, sostiene il British, significa “severità dei sintomi”. Severità che pare essere sminuita dal Dipartimento della salute pubblica del Regno Unito, la prima nazione ad approvare il vaccino di Pfizer, che il 2 dicembre conferma effetti collaterali di lieve e moderata entità (affaticamento, mal di testa, mialgia, brividi, artralgia e febbre) indicandone una durata di pochi giorni e un’eventuale assunzione di paracetamolo al bisogno.
Come funziona il vaccino Focalizzando sui tre competitor principali, ciò che al momento si conosce con esattezza, detto in parole estremamente semplici, è che Pfizer e Moderna propongono vaccini innovativi che si basano su materiale genetico, il quale, attraverso una proteina (Spike), stimola la produzione di anticorpi. Il vaccino di AstraZeneca è di tipo più tradizionale, sfruttando un adenovirus depotenziato a cui viene cambiata l'informazione genetica: il nuovo virus (adenovirus+coronavirus) stimola anticorpi sia contro il raffreddore sia contro il Covid.
Il vaccino Pfizer consta di due dosi a distanza di 21 giorni, quello di AstraZeneca a intervallo di un mese, quello di Moderna di 3/4 settimane. Il primo di questi necessita di una temperatura di conservazione di -70 gradi. A quanto pare, per il nostro paese, dei congelatori speciali saranno costruiti in Irpinia (a Nusco, in provincia di Avellino).
AstraZeneca annuncia il prezzo più economico, Moderna il più costoso (sette volte il primo) e Pfizer si trova a metà via.
Approvvigionamenti La Commissione Europea ha firmato un accordo per l’acquisto del vaccino – solo se questo si sarà rivelato sicuro ed efficace – con AstraZeneca per 300 milioni di dosi, più un'opzione di altri 100 milioni; con Pfizer- BioNTech per 200 milioni di dosi, con possibilità di ulteriori 100 milioni; con Moderna per 80 milioni di dosi, più eventuali altri 80 milioni; con Sanofi per 300 milioni di dosi; con Janssen Pharmaceutica NV (Johnson&Johnson) per 200 milioni di dosi, più un’opzione di altri 200 milioni; con CureVac per 225 milioni di dosi, più un’opzione di ulteriori 180 milioni. L’UE conta circa 446 milioni di abitanti, sebbene gli accordi per gli acquisti superino una quantità di oltre 1,3 miliardi.
L'Italia riceverà una fornitura di 16 milioni di dosi da AstraZeneca nei primi mesi del 2021 (4 milioni forse arriveranno già a gennaio) e 27 milioni di dosi di Pfizer-BioNTech.
In corsa all’acquisto da Pfizer-BioNTech anche USA, Regno Unito, Giappone e Canada.
Nel frattempo in Cina è stata approvata la sperimentazione per il quinto vaccino. E, in proposito, l’Agenzia Italiana delle Dogane lancia l’allarme: “Potrebbero arrivare pseudo vaccini di provenienza extra UE potenzialmente pericolosi per la salute pubblica”. C’è poi la questione sanitaria relativa all’Africa, che meriterebbe un articolo a parte, dove si assisterà uno scenario in cui Russia e Cina si spartiranno le vendite (e in taluni casi la sperimentazione) dei loro vaccini. A settembre scorso il Marocco ha stipulato un accordo con la Russia per l’acquisto dello Sputnik V per la vaccinazione del 20% della popolazione. Pare che l’Etiopia deciderà di fare altrettanto. Pechino, dal canto suo, ha inviato donazioni a ciascuno dei 54 stati africani, e non avrà problemi a concludere la sperimentazione in loco del CoronaVac. Il Kenya, ad esempio, ne ha già effettuato un pre-ordine.
Concludendo… Sono solita, in chiusura di ogni articolo, scrivere una breve e personale conclusione. Questa volta scelgo di fare un’eccezione.
A volte l’uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi si rialza e continua per la sua strada, disse Winston Churchill. Far inciampare chi legge nelle vicissitudini di Pfizer non rappresenta un tentativo di dissuasione nei confronti dell’assunzione del vaccino – che non è detto che non sarà sicuro ed efficace.
Ognuno di noi farà le sue proprie considerazioni anche e soprattutto sulla base delle valutazioni ufficiali dell’Agenzia europea del farmaco e dei consigli del suo medico di fiducia. Come annunciato, l’Agenzia europea procederà a una valutazione del farmaco offerto da Pfizer entro poche settimane e di quello di Moderna il 12 gennaio.
Sitografia
https://www.ilsole24ore.com/art/covid-ammesso-l-errore-astrazeneca-meglio-mezza-dose-vaccino-AD8a2i4
https://www.iltempo.it/attualita/2020/11/27/news/british-medical-journal-vaccini-moderna-pfizer-astrazeneca-troppi-segreti-sperimentazione-dati-dubbi-medicina-25370303/
https://www.wired.it/scienza/medicina/2020/11/11/coronavirus-vaccino-pfizer/?refresh_ce=
https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/940565/Information_for_Healthcare_Professionals_on_Pfizer_BioNTech_COVID-19_vaccine.pdf
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